
Non sono il seguace di niente e di nessuno…
nessun dio, nessuna religione, nessun dogma, nessun guru, nessuna istituzione, nessuna cultura, nessuna tradizione, nessuna bibbia, nessun testo sacro, nessun politico, nessun filosofo, nessuna scienza, nessun ET, nessuna celebrità, nessun salvatore..
Ma considero una possibilità in tutto ciò che incrocia il mio cammino..
e riconosco Dio (la fonte) in tutto e in tutti,
me compreso.
Gioia, apprezzamento, creatività, immaginazione sono le forze creative trainanti del mio quotidiano.
Non considero mai niente e nessuno superiore o inferiore a me, ma riconosco, onoro, rispetto e celebro l’unicità che risiede in me e negli altri.
Il mio modulo di navigazione è fondato sul discernimento che si crea attraverso i principi di risonanza e dissonanza, in assoluta neutralità e senza giudizio.
Indipendentemente che sia un uomo o una donna che incrocia il mio cammino, è il grado di equilibrio delle loro energie maschile e femminile interne che determina il mio punto di attrazione creativa nei loro confronti.
La devozione e l’apprezzamento verso il dono della vita ed il privilegio di essere vivo sono ciò che sprigiona in me il desiderio di evolvere e di essere di supporto a tutto il creato. E li applico il più possibile attraverso l’esercizio della mia gioia ed unicità.
Seguo la mia gioia attraverso l’azione momento per momento al meglio delle mie capacità, senza bisogni o aspettative.
Non sono nè la religione nè la spiritualità, ma è lo sviluppo della mia coscienza ciò che stimola il mio cammino verso una direzione piuttosto che un’altra.
Sono le infinite espressioni della mia multidimensionalità ciò che si esprime attraverso me e che dirige le mie azioni, non la canalizzazione di entità a me esterne.
Riconosco che è la mia abilità di rispondere (responsabilità) a ciò che lo specchio della vita in ogni momento mi mostra che determina la qualità della mia esperienza. Per tanto non mi sento mai vittima di qualcuno o qualcosa, nè mai aspetto l’arrivo di qualcuno che mi salvi.
Sono cosciente del fatto che in ogni istante esercito il mio libero arbitrio e dò il mio consenso attraverso le mie emozioni, le mie parole, i miei pensieri, i miei credo, le mie storie, il modo in cui definisco la vita, e le mie azioni.
Sono per tanto questi fattori ciò a cui presto più attenzione piuttosto che a quello che succede là fuori.
Ciò che più mi entusiasma, mi nutre e mi espande più di ogni altra cosa è l’infinito processo di risveglio e di ricordo di chi veramente sono.
Non mi preoccupo dell’idea di fare errori, nè credo che esistano errori. Considero “un errore” un portale verso un nuovo campo di possibilità creative.
Nel mio modo di percepire l’esistenza, navigare il nostro cammino con la preoccupazione di cercare di non fare errori comprime e riduce il dono della vita e ne fà un cammino sbiadito, ripetitivo, grigio, ordinario, non creativo, noioso, prevedibile ed insignificante.
Ma anche questo non è da considerare un errore perché potrebbe essere per qualcuno qualcosa di importante da sperimentare.
Sono libero dal bisogno di essere capito, apprezzato, compensato, supportato, riconosciuto, ecc. Ciò che gli altri sentono, pensano, dicono di me è affar mio solo se e quando i loro feedback innescano in me una reazione emotiva.
Concedermi in ogni occasione il permesso di essere sempre più me stesso senza paura, senza prudenza, senza vergogna, senza mettere il piede nel freno, è per me sempre più motivo di grande meraviglia, gioia ed entusiasmo.
Così come alla fine di un film applaudiamo tutti gli attori e non solo chi ha interpretato la parte del buono,
abbracciare, apprezzare ed amare tutti gli aspetti del dualismo e del passato vissuti all’interno del bozzolo (la matrice invertita) incluso tutto ciò che ci ha fatto vivere l’oscurità, la soffererenza ed il dolore, è il modo più efficace per uscire dalla vecchia matrice e raggiungere quel nuovo e straordinario sogno che ora più che mai ci stà aspettando.
La neutralità è l’espressione più alta dell’amore incondizionato.
Marco Missinato
Foto: Tempo di lasciare il nido
Foto di Marco Missinato