
Tutto ciò che esiste, in qualunque direzione, in qualunque spazio e tempo, in qualunque densità, in qualunque forma, in qualunque galassia, universo, multi universo… Tutto ciò che esiste è la fonte della vita. Quindi non è possibile esistere fuori dalla fonte della vita. La fonte della vita è tutto. Noi siamo la fonte della vita.
La fonte della vita possiamo dire che ha un problema. Anche se la parola problema non è proprio la parola giusta. Però, per usare il consueto linguaggio umano che in questo momento abbiamo a disposizione, la fonte della vita ha un problema, perché quando tu sei tutto, non puoi avere nessuna esperienza. E’ solo quando c’è qualcosa fuori di te, che puoi creare un viaggio, che puoi creare un contrasto, un chiaroscuro, che puoi creare, qualcosa su cui riflettere. quando sei tutto, e non esiste niente fuori da te, non puoi avere nessuna esperienza. La fonte della vita è. Ma non avendo la possibilità di avere alcuna esperienza, non sa di essere. È senza sapere di essere. E quindi la fonte della vita per vivere se stessa, e quindi capire chi è, e ancora una volta sto usando un linguaggio che non è equipaggiato per descrivere I meccanismi della fonte della vita, perché è un linguaggio che è stato creato da un punto di vista lineare, non da un punto di vista olistico. Comunque continuiamo a usare questo linguaggio perché in questo momento è quello di cui abbiamo a disposizione. E quindi la fonte della vita, per sapere cos’è, per avere un’esperienza di se stessa, comincia a creare un’infinità di illusorie separazioni, di illusorie frammentazione. Queste illusorie separazioni e frammentazioni sono semplicemente dei sogni, degli ologrammi.
La fonte della vita crea un’infinità di ologrammi. Ogni ologramma è un gioco con delle regole specifiche, particolare. Per visitare ognuno di questi ologrammi bisogna indossare un costume, un avatar, così da poter vivere il gioco, un po come se giochiamo a tennis, ci mettiamo i calzoncini da tennis, una maglietta da tennis, e scarpe da tennis per giocare a tennis. E così per poter visitare uno di questi. Infiniti mondi, sogni, ologrammi, la fonte della vita, la quale si esprime attraverso l’anima per entrare in un sistema operativo, un ologramma, indossa un avatar. Così se io come anima voglio vivere l’esperienza del sistema operativo Andromediano indosso il costume andromediano così da poter navigare attraverso tutte le leggi e le regole della matrice andromediana, le quali mi danno la possibilità di vivere delle specifiche esperienze. Posso farlo con questo costume.
Quindi la fonte della vita crea un’infinità di multi universi, di densità, di dimensioni, di mondi senza forma, semi forma, molto più contratti, meno contratti, un’infinità di dualismi dove essa può vivere diversi aspetti di se stessa, cosicché acquisisce sempre più coscienza del Sé. Quindi l’anima che è anch’essa la fonte della vita, semplicemente un’espressione della fonte della vita, ha di fronte ai suoi occhi un’infinità di giochi con cui giocare, un’infinità di chiaroscuri, un’infinità di dualismi e di non dualismi. E ognuno è un’esperienza particolare, diversa. Noi in questo momento siamo la fonte della vita la quale, in forma di anima, ha indossato l’avatar e il costume terreno, il costume umano, per vivere il gioco di questo sistema operativo, di questo ologramma, di questo sogno che si chiama esperienza terrena, o Madre Terra, o Gaia. E così in questo viaggio in questo straordinario sistema operativo, uno dei più sublimi, uno dei più sofisticati, noi stiamo vivendo un’esperienza che in questo momento è estremamente polarizzata, è estremamente duale. Il gioco del dualismo in questo momento dell’esperienza Madre Terra, ha acquisito delle dimensioni straordinarie, ha acquisito una condizione quasi estrema.
Quindi la fonte della vita attraverso l’anima, indossa un avatar di un sistema operativo che ha scelto per avere un’esperienza, entra in questa esperienza e quest’esperienza è un processo creativo dove l’anima ha la possibilità di operare a livello creativo, quindi di creare, dentro quei parametri che quella matrice propone come gioco. Così che, tornando all’esempio del tennis, se noi scegliamo di giocare a tennis, ci sono delle regole. C’è una rete, un corpo che indossiamo che ha una meccanica, un modo di muoversi, ha dei limiti. Abbiamo una racchetta, abbiamo una palla che rimbalza in una certa maniera, abbiamo un perimetro limitato, rettangolare, e abbiamo delle regole. E quindi noi come esseri umani indossiamo il costume “giocatore di tennis” per fare una partita a tennis, e quindi il momento in cui giochiamo a tennis, accettiamo le regole del gioco e facciamo una partita. E’ un gioco. Continuando con la metafora del tennis, in questo sistema operativo, a un certo punto del gioco, i giocatori stessi hanno accettato di modificare il gioco del tennis e renderlo molto molto più difficile e quindi hanno alterato le regole del gioco. Hanno alterato gli strumenti del gioco, hanno alterato il corpo con cui si gioca, e quindi abbiamo una racchetta, chiaramente questa è una è una metafora, quindi non va presa troppo sul serio, però abbiamo una racchetta che pesa dieci chili, una palla che rimbalza una volta a sinistra una volta a destra, una rete che invece di essere un metro e qualche cosa sono tre metri. Abbiamo un terreno che è fangoso e ci si affonda ogni volta che si corre. Abbiamo un corpo che fa fatica a muoversi perché ha tantissime problematiche, ha poca energia, quindi per un periodo in questi ultimi diecimila anni, il gioco del tennis, come metafora, è stato alterato al punto da renderlo molto molto difficile. Quindi abbiamo vissuto per tantissimo tempo. Il gioco del tennis in una maniera estremamente alterata e abbiamo giocato in questa maniera alterata per così tanto tempo che pensiamo che questo è il tennis. Questo è il tennis.
Ora, a livello collettivo, abbiamo deciso che vogliamo tornare al gioco del tennis originale, e che è stato divertente giocare in questa maniera molto così… Molto strana, molto anche affannata, difficile, contratta, quasi impossibile, addirittura riuscire ad acchiappare la palla con questa racchetta. Adesso abbiamo detto: beh è stato divertente. Torniamo al gioco originale. E quindi stiamo ristabilendo, reinserendo le originali regole del gioco del tennis. La cosa interessante è che molti giocatori di tennis sono così convinti che questa versione del gioco del tennis è quella originale e non esiste altro, ed in un certo senso, fanno di tutto per impedire la restaurazione del gioco originale, perché pensano che sia un’utopia, che sia una pazzia, una cosa irreale. E quindi c’è un momento di grande travaglio. Tra quei giocatori di tennis che vogliono continuare a fare questo gioco contratto perché hanno dimenticato il vero gioco e si sono associati all’idea di tennis così come l’hanno vissuta finora, in maniera assoluta, quindi non pensano che esista nient’altro e sono terrorizzate solo all’idea di pensare di cambiare queste regole del gioco, che pur essendo estremamente faticose, difficili, contratte, però è il gioco a cui sono abituati, e quindi non vogliono lasciarlo perché hanno paura di tornare all’originale, perché non pensano che l’originale neanche esista.
Questo è il momento che stiamo vivendo in questo momento, e chiaramente tutto questo, rapidamente questa Matrice Vecchia si sta sciogliendo, e piano piano cominciamo a tornare al gioco originario, dove giocare a tennis era una gioia, era un processo creativo molto molto più piacevole, molto, molto più, in un certo senso, semplice nei suoi concetti, ma nella sua semplicità anche aveva con sé un potenziale creativo straordinario.
Quindi la fonte della vita, attraverso l’anima, ha avuto in questo specifico sistema operativo, ha vissuto dei momenti di straordinaria polarità e straordinario dualismo. E attraverso questo straordinario dualismo si è acquisita una presa di coscienza straordinaria. Cosicché adesso quando si tornerà a giocare al gioco del tennis com’era all’origine, il nostro gioco diventerà ancora più ricco, ancora più meraviglioso, e da lì chiaramente il gioco si espanderà diventerà qualcos’altro.
“UNDER THE STARS”
Musica di Marco Missinato
Dall’album “Wings of Love”
https://marcomissinato.bandcamp.com/album/wings-of-love