Forse la cosa più importante, in questo momento delicato, straordinario, meraviglioso per molti versi ma anche molto drammatico per altri, in questo momento di grande transizione, trasmutazione nel cammino umano forse la cosa più importante è capire ma ancora meglio, sentire chi veramente siamo. Questo perché finché noi abbiamo una definizione assoluta di quello che pensiamo di essere basata sulla narrativa che viene da fuori, ci riesce molto difficile affrontare il grande periodo e processo di trasformazione che sta diciamo succedendo in questo momento.
Finché noi lasciamo che la narrativa che viene da fuori ci definisce, la nostra predisposizione, la nostra diciamo, situazione sarà sempre di dipendenza. Quando noi ci perdiamo assolutamente in questo gioco in questo sistema operativo, e crediamo che il gioco è l’unica cosa che esista, e ancora di più crediamo che noi siamo il gioco e che quando il gioco è finito noi non esistiamo più, questa assoluta diciamo identificazione con la narrativa che viene da fuori non ci consente di giocare il gioco come se fosse un gioco. E quindi ci perdiamo in esso, e quello che doveva essere un gioco diventa un situazione estremamente seria, estremamente drammatica, estremamente contratta.
Nel momento in cui capiamo che stiamo semplicemente giocando un gioco e sappiamo che abbiamo un’infinità di altri giochi che possiamo fare in qualunque momento, e sappiamo che questo gioco è semplicemente un attimo per l’anima, un battito di ciglia, 50, 100 anni non sono niente dal punto di vista dell’anima. Quindi se giochiamo il gioco abbracciando la nostra anima e riconoscendo la nostra anima come la nostra vera identità come la rappresentazione più veritiera più organica di ciò che siamo, il gioco non è più contratto, non è più drammatico, e quindi possiamo comunque perderci nel gioco con grande passione, ma un po’ come quando guardiamo un film con degli attori straordinari, ci perdiamo nel film, nella narrativa, nel dramma, nei colori, nei sapori, nei suoni di questo straordinario evento cinematografico.
Però per quanto ci emozioniamo, una parte di noi rimane consapevole del fatto che stiamo guardando un film. E quindi ce lo possiamo gustare con tutti i suoi colori, senza perdersi in esso e possiamo perdere la nostra identità, il nostro se in esso, senza però credere di essere quel film che stiamo guardando.
La maggior parte di noi hanno osservato hanno guardato questo film in questo gioco terreno per così tanto tempo che sono arrivati a credere di essere il film. E pertanto il film che doveva essere semplicemente un’esperienza adesso è diventato dramma. E’ sempre un’esperienza, ma un’esperienza molto molto più intensa di quello che doveva essere.
Quindi chi siamo noi? Noi siamo la vita. Noi siamo la fonte della vita, siamo un’espressione della fonte della vita attraverso la quale essa, sta avendo un’esperienza, sta vivendo un’esperienza. Questo perché la fonte della vita è tutto. Non c’è niente fuori dalla fonte della vita. e quando si è tutto paradossalmente, chiaramente uso degli aggettivi ed un linguaggio che in realtà non è equipaggiato per descrivere in maniera appropriata cos’è la vita, anche perché la vita non può essere capita. La vita può essere solo sentita. Comunque la fonte della vita è tutto e quando si è tutto non si può capire cosa si è. Se ci poniamo di fronte ad una tela bianca e siamo dei pittori finché non mettiamo dei colori o dei chiaroscuri nella tela è impossibile avere un esperienza, c’è solo il bianco, c’è solo l’infinito bianco di fronte ai nostri occhi. Quindi non si ha nessuna esperienza. Ma nel momento in cui scegliamo un colore o creiamo un chiaroscuro, adesso è possibile attraverso il contrasto capire chi siamo. Quindi la fonte della vita per poter capire, e capire non è la parola giusta, però usiamo questa. Per poter capire cosa è, chi è, la fonte della vita si frammenta. Si frammenta e crea. Crea l’illusione della frammentazione, crea l’illusione della separazione. In realtà, se si è tutto, non ci si può separare. E’ semplicemente un’illusione. E questa frammentazione illusoria sprigiona un’energia che è in movimento, un’energia che è creativa. E attraverso questo movimento, questa creatività la fonte della vita può vivere se stessa in un’infinità di modi.
E così la fonte della vita si frammenta e si separa crea l’illusione della frammentazione, crea l’illusione della separazione in un’infinità di ologrammi, di proiezioni, di densità, di vibrazioni, di sistemi solari, di galassie, di universi, di sistemi operativi. Ognuno di questi sistemi operativi, possiamo chiamarli matrice. Una matrice è semplicemente un sistema operativo dove ci sono delle caratteristiche e sono create delle regole. Dove si può sperimentare uno specifico gioco. E quindi di fronte a un’infinità di sistemi operativi, di matrici, di giochi, l’anima che è la frammentazione della fonte della vita, quindi è la fonte della vita semplicemente in un nucleo creativo, l’anima sceglie in base a quelli che sono i suoi propositi, sceglie la sua prossima avventura. Tutti i presenti in questo sistema operativo che si chiama esperienza terrena sono anime che hanno scelto questa come avventura. Sono rimasti affascinati da questo curriculum, da questa incredibile diversità ed unicità dell’esperienza, dell’ologramma, del sistema operativo Madre Terra. E quindi hanno accettato diciamo questa sfida. Hanno indossato questo Avatar, questo costume umano straordinario e hanno accettato la sfida di tuffarsi in questa incredibile diversità di frequenze di suoni, e di pulsazioni, e di colori, e di sapori, e di emozioni per avere un’esperienza, un’esperienza straordinaria.
Ma ancora una volta, quando noi sappiamo che non siamo il gioco, che non siamo il ruolo che stiamo interpretando ma siamo la fonte della vita che sta interpretando questo gioco per un battito di ciglia, allora con questa consapevolezza possiamo affrontare questo Tsunami di grande trasformazione che sta succedendo in questo momento in cui siamo alla fine di un ciclo. E stiamo passando a un nuovo ciclo di quella che noi chiamiamo la esperienza umana. Possiamo fare tutto. Senza perderci in esso. E quindi senza perderci nelle emozioni basse nei drammi è facile allora posizionarci al centro dello tsunami dove c’è una pace, una forza interiore che sa oltre lo tsunami, che va oltre lo tsunami. E quindi può semplicemente godersi questo Tsunami. Giocare con esso e anche contribuire a trasformarlo. E con questa predisposizione essere di grandissimo supporto a tutti gli altri che sono presi dallo tsunami. E quindi il passaggio dal vecchio sogno a quello nuovo diventa anch’esso un’esperienza straordinaria.
Marco Missinato
“UNDER THE STARS”
Musica di Marco Missinato
Dall’album “Wings of Love”
https://marcomissinato.bandcamp.com/album/wings-of-love