
Nella nostra mente c’è questo piccolo impianto, questo piccolo software che è una sorta di etereo microchip che si chiama Ego. Ed il proposito di questo Ego è quello di raccontarci delle storie. Delle storie fantastiche. Per lo più storie basate sulla paura, sulla contrazione, sulla separazione, su quello che è andato male nel passato e che potrebbe andare male anche nel futuro, sulla paura delle conseguenze.
E questo Ego ha preso così tanto il sopravvento nella nostra esistenza che se cerchiamo di non pensare, quindi non ascoltare questo chiacchierio, ci rendiamo conto che è molto molto difficile se non addirittura impossibile. Tuttavia tra una frase ed un’altra, in questa infinita narrativa dell’ego, comunque sia tra una frase e l’altra, tra una parola e l’altra c’è sempre uno spazio, ed in quello spazio risiede l’anima. In quello spazio c’è la nostra vera identità, la nostra eterna essenza. Quindi per poter collegarci con la nostra anima, con nostra eterna essenza, con la nostra più intrinseca verità, con la nostra vera identità, dobbiamo trovare un modo per strecciare sempre di più questo spazio tra una frase un’altra dell’ego, che continuamente continua il suo perpetuo infinito chiacchierio.
Quindi l’anima risiede nell’attimo fuggente. L’attimo fuggente è l’unico posto che veramente esiste. Il resto sono un’enorme quantità di fantasie, storie, idee, attraverso l’ego, il quale capta i segnali della narrativa che viene da fuori e la amplifica, e anche pesca dal nostro subconscio per cercare situazioni del passato che può portare in superficie e continuamente distrarci dal l’attimo fuggente con delle narrative, a volte anche straordinarie. Queste narrative sono un’illusione, non esistono. Ma siccome siamo molto potenti, se noi acconsentiamo a queste illusioni e le crediamo vere diventano realtà. L’attimo fuggente, dove risiede la nostra verità più sublime, è il nostro portale più diretto per raggiungere noi stessi, per raggiungere l’anima, per oltrepassare tutta una serie di maschere costruite, fantasticate, immaginate dall’ego, il quale fa di tutto per farci credere che sono la nostra vera identità. Ma L’attimo fuggente è il posto dove veramente troviamo noi stessi, l’anima. L’anima ci aspetta nell’attimo fuggente. E quindi per poter oltrepassare i limiti dettati dalla realtà creata dall’ego, dalla realtà illusoria creata dall’ego, dobbiamo trovare un modo di collegarci sempre più profondamente e saldamente con l’attimo fuggente così che possiamo navigare attraverso l’esperienza terrena attimo fuggente dopo attimo fuggente, senza lasciarci prendere dalle narrative contratte di un Ego cantastorie, il quale attraverso queste storie suscita in noi una reazione emotiva così che esso possa nutrirsi. Quindi L’attimo fuggente è lì che ci aspetta, l’anima ci aspetta avvolta nel qui adesso, nel l’unica cosa che veramente esiste, l’attimo fuggente, il presente.
Quando ci alziamo la mattina, abbiamo di fronte a noi una nuova giornata, e questa nuova giornata è fatta di tante cose. Alcune sono azioni automatiche che facciamo tutti i giorni, che fanno parte della nostra routine. Altre sono azioni che sono collegate alle nostre attività, alle nostre relazioni, alle circostanze del momento. Se riusciamo a prendere una per una queste situazioni, queste azioni, queste attività, che solitamente caratterizzano la nostra giornata e riusciamo a farle una alla volta in uno stato di totale devozione, in uno stato di totale apprezzamento, in uno stato totale di abbandono, come se quella cosa che stiamo facendo in questo momento è l’unica cosa che esiste, e quindi ci lasciamo andare completamente ad essa, come un bambino di un anno 2,3 il, quale è completamente immerso nel qui adesso nel L’attimo fuggente, in quello che è di fronte ai suoi occhi, in questo momento non esiste altro per lui. Non ha ancora sviluppato un’ego che continuamente lo distrae da questo momento miracoloso che scorre di fronte ai suoi occhi. Se noi riusciamo a tornare come quel bambino e ad agire, a fare le nostre cose una per una con l’innocenza, la purezza e la gioia di un bambino che scopre un mondo per la prima volta, ecco che ci colleghiamo con L’attimo fuggente. Ecco che entriamo in contatto con l’anima.
Quindi ci alziamo la mattina e, diciamo che ci laviamo i denti. Il Lavarsi i denti diventa una cerimonia diventa un rituale in cui apprezziamo tutti gli aspetti di questa semplice e banale operazione. Apprezziamo lo spazzolino, apprezziamo il dentifricio. E apprezziamo questo momento magico in cui cominciamo a lavarci i denti e ci abbandoniamo completamente a questa operazione come se fosse l’unica cosa che dobbiamo fare in questa giornata, come se avessimo tutta la giornata per lavarci i denti. Quindi ci arrendiamo, ci abbandoniamo a questa operazione con la gioia, con l’apprezzamento, la osserviamo. La sentiamo ne gustiamo i sapori, gli odori, il rumore. Come se non esistesse nient’altro. Facendo così ci stacchiamo temporaneamente dal tempo. Viviamo in una situazione che sembra che non esista più tempo e con la massima devozione che diamo a questa operazione la voce dell’ ego diventa un eco lontano. Quasi scompare. E cominciamo a sentire il contatto con la nostra eterna essenza. Cominciamo a sentire il contatto con la nostra anima. E ora non sappiamo quant’è che stiamo lavando i denti. Molto probabilmente è solo un minuto o due. Ma con questo approccio di completa devozione sembra che sia stato un momento infinito ed è l’anima stessa a questo punto che ci dice che il cerimoniale di lavarci i denti si è concluso e che adesso possiamo intraprendere la prossima operazione che potrebbe essere farsi la doccia, o lavarsi il viso. E così operazione dopo operazione, noi ci abbandoniamo all’attimo fuggente.
Ci abbandoniamo al cerimoniale del momento con completa devozione, con completo apprezzamento, in ascolto. Ascoltiamo tutto il nostro sentire, tutte le sollecitazioni che vengono dai cinque sensi e anche dalle nostre emozioni. E poi è l’anima stessa che continua a dirci quando l’operazione è finita e adesso possiamo fare la prossima. Se riusciamo a navigare attraverso la nostra giornata in questa maniera tutto il nostro operato, che sia prepararsi il caffè, o guidare la macchina per andare da qualche parte, o colloquiare con un genitore, o con un amico, con un bambino, se noi contiamo tutte queste operazioni collegati con l’attimo fuggente, alla fine della giornata tutto il nostro operato ha acquisito una forza straordinariamente trasformante. Anche nelle cose più semplici essa è stata estremamente impattante. Tutto il nostro fare. acquisisce una qualità straordinaria perché abbiamo dato tutto noi stesso ad ogni operazione della nostra giornata. E quando noi diamo tutto noi stessi, ad una specifica operazione, noi siamo così potenti così straordinari. che quell’operazione diventa magica.
Mentre invece quando siamo in balia del continuo chiacchierio del l’ego, quello che facciamo è continuamente contratto perché lo facciamo dando solo una piccola percentuale della nostra attenzione, perché stiamo pensando a quello che dobbiamo fare dopo, quindi facciamo le cose con una certa pressione, con una certa ansia, con una certa fretta, e la differenza sostanziale è che alla fine delle giornate il nostro operato non è stato così straordinario come lo è quando noi siamo completamente immersi nel L’attimo fuggente e lasciamo che l’anima ci guidi. È un fare frammentato, contratto, a volte anche, diciamo, pallido, mediocre, sbiadito, svogliato. E alla fine della giornata siamo stanchi perché abbiamo fatto tutto in contrazione, tutto in tensione, tutto in corsa. Adesso faccio questa cosa, mi devo sbrigare perché devo fare la prossima. In più, dovunque siamo stati, abbiamo offerto al circostante la nostra vera eterna essenza, la nostra vera identità e pertanto siamo stati di grande supporto alla vita. L’attimo fuggente è una delle chiavi più potenti Per raggiungere la nostra anima e invitarla nel nostro gioco quotidiano. E co-creare con essa per una giornata a dir poco meravigliosa.
Marco Missinato
“UNDER THE STARS”
Musica di Marco Missinato
Dall’album “Wings of Love”