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Uno degli aspetti diciamo più impattanti nella vita come l’abbiamo conosciuta finora, questa vita avvolta nella matrice invertita dove abbiamo raggiunto diciamo quasi un esasperato dualismo, dove la danza tra la luce e l’oscurità, il bene ed il male, stanno raggiungendo punti di grande saturazione prima di crollare,
uno degli aspetti fondamentali per sostenere questa matrice invertita è l’idea di denaro.
Il denaro è un veicolo potente attraverso il quale l’intelligenza artificiale, che muove gli ingranaggi della matrice invertita, riesce a sostenere la sua narrativa basata sulla scarsità, sulla separazione, sulla sopravvivenza e fondamentalmente sulla paura. È il denaro la forza materiale più potente di controllo, e attraverso il denaro la matrice invertita controlla anche la nostra mente, al punto che la maggior parte delle degli esseri umani presenti nel pianeta difficilmente riescono a prendere delle decisioni senza coinvolgere in esse il concetto di denaro.
Il denaro è perlopiù la forza motrice dell’esistenza del cittadino del mondo medio. Quindi si decide cosa si può fare e cosa non si può fare più in base al denaro. Si decide come impiegare il nostro tempo, si decide dove vivere, si decide la qualità della nostra vita in base al denaro. Perlopiù si imposta una esistenza a questa corsa per l’accumulo di denaro. Chiaramente ci sono delle eccezioni, ma il collettivo, diciamo nella sua percentuale più alta, fa della vita una corsa all’accumulo del denaro, con l’idea di controllare i principi di scarsità e di sopravvivenza orchestrati astutamente La sistema.
Il denaro quindi è forse al centro di tutte quelle esperienze straordinariamente contratte ma anche molto importanti che abbiamo vissuto finora negli ultimi migliaia di anni. Adesso che siamo alla fine di questo ciclo affascinante di dualismo estremamente contratto, le vibrazioni della nostra esistenza, attraverso la nostra madre terra, attraverso il sole e attraverso molte altre situazioni, le vibrazioni si stanno alzando e man mano che si alzano diventa sempre più difficile ed insostenibile continuare a mantenere l’idea di scarsità, e di sopravvivenza, e di separazione, e di paura attraverso il quale il denaro trova la sua ragione di essere.
Quindi alcuni di noi, un numero sempre più crescente, comincia a fare sempre più fatica a sostenere le ragioni per cui si lavora, le ragioni per cui si sopravvive. Sta diventando sempre più difficile sostenere queste ragioni. A questo punto del gioco è innegabile che il denaro ancora per molti versi è necessario anche se la sua necessità sta rapidamente diminuendo.
Questo perché dietro le operazioni di accumulo di denaro, anche se spesso molto ben nascoste, ci sono una serie di strutture che non hanno un senso etico, che non sono ovviamente di supporto alla vita e che sono perlopiù parassitiche.
La maggior parte delle attività con cui noi riusciamo ad accumulare denaro e la maggior parte delle ragioni per cui queste attività esistono non sono etiche, non sono trasparenti, non sono oneste, ed esistono a danno della vita, a danno degli altri. La stessa idea di business sponsorizza spesso l’astuzia, La furbizia, l’abilità di scambiare dei beni attraverso delle metodiche che non sono oneste, che non sono veritiere e che non sono basate sull’amore per il prossimo e l’amore per il pianeta. Basta guardare tutte le pubblicità in televisione e, malgrado noi siamo abituati e quindi è diventato per noi consuetudine, ma se ci distacchiamo da questa artificiale consuetudine, e osserviamo in maniera neutrale gli intenti di coloro che presentano questi prodotti, se quindi osserviamo con l’intelligenza dell’anima la pubblicità di questi prodotti, e questo è un esempio, ci accorgiamo che sono assolutamente falsi. Sono basati su parametri ingannevoli. Il business, il marketing, sono tutte strutture basate sulla falsità e sull’inganno con qualche rarissima eccezione.
Mentre questo ha funzionato fino a poco tempo fa adesso, man mano che le energie si alzano sempre di più, diventa sempre più insostenibile continuare a interpretare questi ruoli contratti e disonesti. Quindi un dilemma comincia a venire in superficie. è chiaro per molti di noi, per un numero sempre maggiore di noi, che il denaro non può continuare ad esistere per ancora molto perché è alla fondamenta della matrice invertita del sistema luciferiano. Ma ancora è necessario, è importante quindi, come è importante per tutti gli altri elementi di questa matrice invertita rimuovere il giudizio, perché finché continuiamo a giudicare gli elementi della vita che abbiamo vissuto finora come giusti o sbagliati, come luce od oscurità, continuiamo con la nostra vibrazione a nutrire questo perpetuo gioco.
La via d’uscita è quella di abbracciare La neutralità dove rimuoviamo la carica emotiva e rimuoviamo il giudizio ed apprezziamo tutti gli elementi della vita che abbiamo vissuto finora incluso anche il denaro, invece di demonizzare il denaro lo apprezziamo perché è stato un veicolo che ci ha dato delle esperienze, e abbiamo imparato molto da queste esperienze, quindi ci posizioniamo da osservatori di fronte l’idea del denaro, e rimuoviamo tutti i programmi, tutte le idee che abbiamo adottato riguardo al denaro. Molti sentono inquietudine, quando pensano al denaro. Molti sentono passione quando pensano al denaro. La domanda è: è una passione organica che viene dall’anima o è una passione artificiale costruita dalla narrativa dell’ego? Quindi la prima cosa da fare è rimuovere tutti i programmi che si nutrono dell’idea di denaro. E rimuovere tutte le emotività e arrivare a un punto di neutralità dove il denaro non suscita in noi nessuna emozione bassa, lo apprezziamo perchè anch’esso fino adesso ha avuto un suo motivo di esistere.
Adesso ci accorgiamo che questo motivo sta per giungere al termine, ma non siamo ancora arrivati al punto in cui il collettivo ha raggiunto quella maturità coscienziale da lasciare andare il denaro e quindi ancora per un po’ il denaro esisterà nel pianeta terra. Quindi un dilemma sale nei nostri pensieri. Abbiamo perso il fascino per il denaro, e siamo ancora molto pochi ad aver raggiunto questo stato di consapevolezza, ma diciamo che stiamo perdendo sempre di più il fascino per il denaro e quindi diventa sempre più difficile abbracciare la corruzione, abbracciare l’inganno, abbracciare un senso etico basso, un integrità con la nostra anima bassa. Allo stesso tempo ancora abbiamo bisogno del denaro, anche se, man mano che la coscienza sale, meno siamo affascinati da le tante ipnosi del sistema che continuamente sponsorizza ed associa l’idea della gioia, della felicità, con un’enormità di situazioni e cose che invece per l’Anima sono completamente irrilevanti.
Man mano che l’anima prende sempre più posizione alla guida della nostra vettura, perdiamo il fascino per tutto ciò che la società ci propone perché attraverso l’anima lo riconosciamo come irrilevante. Non lo giudichiamo giusto o sbagliato, non entriamo in reazione,emotiva. Semplicemente attraverso la neutralità lo troviamo irrilevante e quindi tutto ciò che la società ci propone come esca, così noi continuiamo l’eterno gioco della sopravvivenza e della scarsità diventa sempre meno rilevante. Man mano che si arriva a questa situazione, a questo stato d’essere, a questo nuovo stato d’essere, che invece non è nuovo, ma è il ritorno al nostro naturale stato d’essere. Man mano che ci avviciniamo a questa presa di coscienza dobbiamo trovare nuovi modi, attraverso la nostra meravigliosa immaginazione, per confrontarci con l’idea del denaro che ci interessa sempre meno ma allo stesso tempo è ancora per poco necessario.
Quindi un numero sempre maggiore di individui sentono una spinta verso nuovi orizzonti. Non vogliono più tornare al lavoro. La parola lavoro è carica di emotività pesanti, anche se molti dicono: ma a me piace il mio lavoro! Ma poi alla domanda: se tu avessi un’infinità di denaro in banca domani andresti a fare il tuo lavoro? la maggior parte, non tutti, ma la maggior parte dicono di no. Quell’idea che ci piace il lavoro è semplicemente dovuto al fatto che abbiamo adottato, a livello proprio cellulare, l’idea di scarsità e di sopravvivenza, e quindi ci piace il lavoro perché con esso riusciamo a sopravvivere.
Nel momento in cui il gioco della sopravvivenza finisce immediatamente quella occupazione che prima “ci piaceva” adesso o non ci piace più, o cambia i suoi parametri. Questo quindi è un momento in cui dobbiamo avvalerci della nostra immaginazione e della nostra unicità per creare un nuovo modo di vivere, un modo che non usa più i vecchi parametri, che non nutre più un sistema che continua a perpetuare la scarsità, e la sopravvivenza, e la separazione, ma un modo che ora e celebra la nostra vera gioia, la nostra unicità e attraverso di essa è di supporto a tutto ciò che è la vita. Quindi cominciamo a collegarci con la nostra anima e lasciamo che sia lei a guidarci, attimo, fuggente dopo attimo fuggente, attraverso il nostro quotidiano.
La cosa all’inizio è difficile, perché immediatamente le pressioni della narrativa dell’ego incalzano. Il chiacchierio dell’ego, che ci dice che non è possibile, è un’utopia, che quello che ci dice l’anima è completamente irrealistico, è una favola, che dobbiamo guardare la realtà, che dobbiamo sopravvivere, che dobbiamo essere responsabili, o che non siamo ancora pronti, o che non siamo capaci abbastanza, o che ancora c’è molto lavoro da fare prima di arrivare a questa condizione…
Quando sentiamo queste voci ci accorgiamo, ci ricordiamo, capiamo che sono le voci di un Ego, di un intelligenza artificiale, che non riflette la nostra vera essenza. In poche parole non siamo noi. Queste voci non siamo “noi” e quindi quando le sentiamo, ancora una volta rimaniamo neutri, non le giudichiamo giuste o sbagliate, non lasciamo che le emozioni prendano il sopravvento. Semplicemente le apprezziamo, le amiamo e le mettiamo da una parte. Grazie ego, ma no, questo che mi dici non mi interessa. Io scelgo un’altra via. All’inizio sarà difficile perché queste voci ci hanno guidato più o meno per tutta la nostra esistenza e quindi dover riorganizzare i nostri principi di navigazione e spostare il comando dall’ego all’anima richiede del lavoro. Ma man mano che procediamo in queste operazioni di deprogrammazione, notiamo che la nostra vita cambia e l’elemento della gioia si fa sempre più presente nel nostro quotidiano e l’elemento della paura diventa sempre più pallido diventa sempre più tenue diminuisce sempre di più, diventa un’eco lontana di una voce di un passato che adesso non esiste più, e quindi possiamo sorridere a quel passato, apprezzarlo e lasciare che svanisca nel nulla.
Man mano che procediamo con la guida dell’anima ci sorprenderà come la nostra immaginazione, la nostra unicità, i nostri doni ci portino a soluzioni inaspettate, straordinarie, che prima, attraverso la voce dell’ego, erano ritenute impossibili, utopiche, e adesso con grande meraviglia, stanno rapidamente prendendo sempre più forma nella nostra esistenza, e la nostra esistenza diventa sempre più gioiosa, sempre più eccitante, entusiasmante.
La nostra creatività cresce sempre più impattante e diventa sempre più difficile essere corruttibili da una società, da un sistema, che adesso, per forza di cose, deve trasformarsi, trasmutarsi e abbracciare quella luce che non è la luce che ha bisogno del opposto per giustificare la sua esistenza, non è quella luce che ha bisogno dell’oscurità per perpertuare il gioco del dualsimo, ma è una luce che apprezza tutto, che vede la perfezione in tutto e che ama sia il bene che il male e tutti i suoi chiaroscuri nel mezzo, e pertanto il gioco dualistico, acquisisce sempre più una morbidezza.
Ed entriamo in un dualismo dove le frequenze basse non trovano più posto. Non trovano più motivo di esistere. Non riescono più a trovare nutrimento e quindi dalla nostra esistenza rapidamente si rimuove il concetto di scarsità, di sopravvivenza, di paura, di competizione. Non c’è bisogno più di essere astuti o furbi e non c’è più bisogno di misurare il nostro dare e ricevere e di farne un business in cui attraverso l’astuzia, io riesco a ricevere di più e a dare di meno, e a fare un buon affare. Non è più necessario fare questo. Adesso è la gioia stessa che ci compensa e quindi non abbiamo più aspettative di nessun genere. Semplicemente navighiamo attraverso la gioia e la celebrazione della nostra unicità e quindi è la vita stessa, che attraverso il dono di questa gioia ci compensa.
E poi è la stessa vita che attraverso il principio di risonanza e dissonanza, e attraverso la sincronicità ci dà tutto ciò di cui abbiamo bisogno, continuamente come un albero ci dona i suoi frutti senza fare business. Senza un cartellino con il prezzo attaccato. Questa è parte della meravigliosa trasmutazione, trasformazione che adesso sta prendendo sempre più piede, e all’inizio dobbiamo essere forti nella nostra determinazione, di continuamente collegarci con L’attimo fuggente, collegarci con la nostra anima e dissociarci neutralizzarci dalle continue sollecitazioni dell’ego, non attraverso il giudizio, non attraverso una reazione emotiva, ma semplicemente attraverso la neutralità. Attraverso una posizione di osservatore che non giudica. Ma che neanche nutre l’oggetto osservato con le sue emozioni basse
Marco Missinato
“UNDER THE STARS”
Musica di Marco Missinato
Dall’album “Wings of Love”
https://marcomissinato.bandcamp.com/album/wings-of-love
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