Un’altra delizia che comincia ad apparire nel nostro cammino, nella nostra gioia di esistere, in questo meraviglioso sogno che si chiama esperienza umana, è quella di non aver più bisogno, parlando di bisogni, di continuamente misurare il nostro dare e ricevere. Abbiamo imparato, abbiamo accettato questa sintetica idea che c’è poco, che esiste la scarsità e che bisogna sopravvivere. E quindi con questo concetto abbiamo imparato continuamente a misurare il nostro dare il nostro, ricevere a farne un business, a mercanteggiare continuamente, a prestare attenzione a quanto dò e assicurarmi che venga compensato, che venga comunque retribuito, che qualcosa mi ritorni in cambio, sennò mi hanno fregato. Questo è un altro grosso programma rettiliano che ci impedisce di essere noi stessi liberi di esprimerci e di dare e ricevere senza remore, senza filtri, senza continui senza continue opinioni. Quindi quando cominciamo a rilasciare l’idea che c’è poco e che c’è solo abbondanza, a quel punto possiamo semplicemente danzare la vita che si articola tra il dare e ricevere in continua … In ogni istante, senza essere continuamente dei business men che continuamente monitorizzano il il dato e il ricevuto, e assicurandoci che c’è sempre un equilibrio fra quello che dò e quello che ricevo. In realtà non ha alcuna importanza quanto hai dato, quanto hai ricevuto perché tutto è sempre perfettamente orchestrato dalla sincronicità della vita, la quale non conosce scarsità e non conosce sopravvivenza. Essa è la celebrazione assoluta dell’infinita abbondanza con cui noi possiamo giocare. E come se stiamo in questo momento.. Io sono qui di fronte al mare e c’è un’infinita abbondanza d’acqua, e non è che sto lì a dire: “no se vuoi un po d’acqua tu però mi devi dare qualcosa in cambio” oppure: “posso avere un po d’acqua?” cioè semplicemente ci si butta in acqua e si gode l’acqua. Quindi, quando lasciamo andare anche questa dipendenza a continuamente contenere, orchestrare quello che diamo e quello che riceviamo, e ci diamo il permesso di semplicemente essere noi stessi liberi da questa continua idea che se non riceviamo almeno tanto quanto abbiamo dato, ci sentiamo abusati. Ok, possiamo lasciar andare questo programma. E semplicemente attraverso la gioia di essere noi stessi, darci senza aspettative, senza il bisogno di avere, diciamo, un ritorno. Questo cosa fa? Rompe tutti gli schemi della scarsità e fa sì che la vita apre le porte all’abbondanza che poi si esprime e ci arriva a 360 gradi. Quindi io sono me stesso nella gioia di essere me stesso. Porto la luce, illuminano e ricevo luce. E non sto lì con la mano, nell’interruttore, continuamente a spegnere, accendere e spegnere, accendere. In base a che tipo di affare sto facendo. Io dò, non per un senso di dovere o perché mi sento più buono se dò.. Semplicemente dò semplicemente perché sono me stesso e l’essere me stesso è un’offerta, è un’offerta vibrazionale. E quindi è inevitabile che quando si è si da e quando si è si riceve. E non c’è nessun bisogno di continuamente monitorizzare questa equazione. Lasciamola completamente andare, siamo noi stessi senza preoccuparci di quanto ci è stato dato, di quanto abbiamo dato, senza fare della vita un affare, un business, un marketing. Ok, c’è solo abbondanza e quindi non c’è bisogno di continuamente misurare il nostro dare e ricevere. Lasciamo che si esprima e si sprigioni in maniera naturale, libera.
Marco Missinato