In questo periodo, più spesso di altri periodi passati, il tema della morte affiora. Il tema della morte, nel senso anche di tanti individui che vogliono suicidarsi, che non vogliono più vivere, e che vogliono interrompere la loro vita. È un tema anche in questo caso molto confuso per tantissime ragioni. Per prima cosa l’idea della morte non appartiene all’esperienza umana, madre Terra originale. È un concetto che è stato introdotto dalla matrice rettiliana ed è nato nel momento in cui il nostro avatar e la nostra Madre Terra e anche il nostro Sistema Solare sono stati, diciamo chiusi, limitati. Quindi le nostre antenne si sono, diciamo spente o sono state comunque ridotte a un minimo di comunicazione. Quindi la nostra comunicazione e la nostra interazione con la vita negli ultimi 10.000 anni, e soprattutto negli ultimi centinaia di anni, si è limitata, è arrivata al punto in cui è limitata a questa esperienza umana. Al punto che pensiamo che, quando questa esperienza umana finisce, finisce la vita. Ora siamo in un periodo in cui… molti lo chiamano risveglio. Molti lo chiamano ascensione… In realtà non è che stiamo ascendendo… Ricordiamoci che noi siamo semplicemente temporaneamente, attraverso il nostro consenso, caduti in una frequenza più bassa. Quindi non è che dobbiamo ascendere, dobbiamo ritornare alla nostra condizione originale. E questo sta succedendo proprio in questi mesi. Soprattutto nei prossimi sei mesi. Le nostre antenne si stanno riattivando. Questo vuol dire che il concetto di morte, lentamente, ma anche rapidamente comincerà ad addolcirsi fino al punto in cui ci rendiamo conto che esso non esiste. Questo perché con il fatto che le nostre antenne sono, diciamo, inattive, quando un’anima, una persona che amiamo, un animale o qualcuno con cui siamo abbiamo avuto un’intensa relazione, decide di lasciare questo avatar ed avventurarsi in nuove situazioni, in diverse frequenze, siccome le nostre antenne sono temporaneamente diciamo spente, disattivate, noi perdiamo il contatto con quest’anima e quindi arriva il concetto della morte, dell’abbandono… Nel momento in cui le nostre antenne si riattivano, acquisiamo una capacità di collegamento con tutta la vita, non solo con la vita limitata a questo pianeta, e pertanto ci accorgiamo che se qualcuno lascia questo avatar e continua in altre zone, in altre dimensioni, in altre forme, in altre situazioni, in altre matrici, in altri sogni la nostra comunicazione non necessariamente si interrompe, anzi a volte si amplifica ancora di più, perché adesso è libera dai temporanei limiti dell’esperienza fisica. Perché quando le nostre antenne sono attive noi abbiamo la capacità di collegarci con la vita in tutte le direzioni, spazio, tempo e di frequenze, non solo in questo limitato raggio di frequenze. Quindi il concetto di morte, come tanti altri concetti che abbiamo vissuto in questi ultimi 10.000 anni, adesso rapidamente andrà a scomparire. Quindi, per coloro che vogliono suicidarsi, che vogliono lasciare il pianeta, non ci sono problemi. L’anima continua il suo viaggio da qualche altra parte perché la morte non esiste. Quindi il pensiero, l’idea di suicidarsi per smettere di vivere non è possibile. Non è possibile smettere di vivere. È possibile lasciare questa esperienza. Ma noi siamo sempre vissuti, noi viviamo e sempre vivremo in una forma, o in un altra, perché noi siamo La Fonte. La fonte non può non vivere, non esistere. Un’altra riflessione da fare è che coloro che vogliono suicidarsi o vogliono lasciare il pianeta, eccetera, eccetera.. Hanno temporaneamente scordato che la loro anima ha scelto questo specifico momento di grande travaglio e di grande transizione, di grande straordinarietà in questa forma fisica, in questo in questo sogno, con grande grande gioia. Perché sanno che vivere in questa transizione, in questo momento di grande transizione che è tipico di un sogno che finisce un ciclo e ne comincia un’altro, e quindi c’è un periodo di aggiornamento, ci sono delle esperienze straordinarie da fare. Quindi magari prima di scegliere di suicidarsi nel senso di scegliere di lasciare questo corpo e continuare da qualche altra parte, forse un piccolo momento di riflessione con noi stessi e chiederci chi è veramente che vuole suicidarsi, che vuole andare via? È veramente l’anima o è la mente ego che sta creando delle narrative per scoraggiarci dal vivere questo straordinario miracolo che si sta presentando e che sta scorrendo di fronte ai nostri occhi ogni giorno soprattutto in questo periodo? Quindi, è la mente che scalpita perché sa che non può continuare la sua attività di controllo, e non può più posizionarsi alla guida della nostra vettura e deve lasciare spazio all’anima e quindi preferisce suicidarsi, preferisce… Perché la mente è sempre molto drammatica, trova sempre delle ragioni molto melodrammatiche per vivere l’esperienza. Oppure è veramente l’anima che dice: “beh, io ho fatto quello che dovevo fare, I miei propositi li ho, diciamo vissuti, li ho, li ho conquistati, li ho sperimentati e adesso sono pronto per andare in altre località. Questo forse potrebbe essere un modo intelligente per fermarsi un attimo e ascoltare la nostra vera voce dentro e vedere la verità riguardo questa idea di scappare, di uccidersi, di dichiarare che questo è un posto orribile. Non ne posso più, mi sento vittima, mi sento insignificante. Ma che ci sono venute a fare qua? Di solito questo tipo di messaggi arrivano dall’ego, non dall’anima. L’anima, nella maggior parte dei casi, è estremamente grata ed entusiasta di avere la possibilità di percorrere questo incredibile viaggio umano, soprattutto in questo periodo di grande transizione.
Marco Missinato